Il Natale è per tutti noi il momento atteso per celebrare l’accendersi sul mondo di quella luce che sappiamo capace di “rischiarare” il creato.
Da due decenni molti di noi hanno condiviso il piccolo segno di avere in casa la fiammella accesa alla lampada che arde nella basilica della Natività di Betlemme e resa disponibile, senza mai spegnersi, a tutti coloro che lo desiderano, come un segno di pace e di speranza.
Chi desidera attingere alla luce di Betlemme, dovrà munirsi di una lampada a petrolio o di un cero con fiamma protetta e accenderlo dalla fiammella collocata in chiesa Santa Barbara vicino al presepio.
La Storia:
La Luce della Pace da Betlemme (in tedesco Friedenslicht aus Betlehem) è un’iniziativa internazionale cominciata nel 1986 in Austria, che consiste nell’accensione di una lampada nella grotta della Basilica della Natività di Betlemme e nella distribuzione della luce nella maggior parte dei paesi europei.
Quest’anno, tuttavia, la pandemia ha reso impossibile ripetere quanto fatto negli anni passati a causa dei limiti alla mobilità dentro e fuori dal nostro Paese. Alcuni amici hanno allora riflettuto su cosa si sarebbe potuto fare senza rassegnarci in una situazione già molto condizionata e hanno potuto verificare con certezza che qua e là, nel nostro Paese, ci sono alcune persone, comunità o religiosi che, per scelta singolare, conservano accesa per tutto l’anno la fiammella accesa a Betlemme, rinnovandola al suo arrivo l’anno successivo.
Ripensando alla distribuzione dei cinque pani e dei due pesci offerti da quell’unico giovane previdente della nota parabola, si è colta questa possibilità insperata e si è pensato di offrirla ancora, là dove possibile, in vista del Natale. Ora questa luce di speranza divampa libera come un’aquila randagia nei cieli ed è giunta qui da noi in questi ultimi giorni del 2020.
Il nostro grazie va quindi ad Aldo, Bruno, “Carletto”, Daniela, Donata, Giovanna, Mario e tanti altri amici che, con silenziosa fedeltà, hanno mantenuto viva la fiamma durante i mesi passati.